Mutande al sole by Regina Rodríguez Sirvent

Mutande al sole by Regina Rodríguez Sirvent

autore:Regina Rodríguez Sirvent [Sirvent, Regina Rodríguez]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Solferino
pubblicato: 2024-03-15T00:00:00+00:00


Gamberi di Palamós o una pistola

Una volta sono uscita a far festa con indosso una tuta da sci. Ma una tuta da gara, di quelle aderenti. È stato dopo una di quelle memorabili cene al Refugi del Niu de l’Àliga, la cima più alta di Masella e La Molina. La notte in cui, tra una cosa e l’altra, sono finita al Trànsit a cantare Raphael con indosso una tuta da sci della Spyder su cui erano stampate delle ragnatele. La vita.

E questa notte mi sono lanciata vestita da tennis. La festa è stata straordinaria, nel senso più letterale del termine. Non avevo mai vissuto nulla di simile. In realtà, non c’era nulla di preparato e alla fine è diventata una di quelle serate in cui dici «vado a bermi una birra» e ti ritrovi alle feste di San Firmino in infradito, con i capelli tinti di arancione, correndo per salvarti la vita mentre tieni per mano un iraniano. È stato grazie alla musica, alla casa, a quello strano mix, ma soprattutto all’abilità di John di mettere insieme anime perse e selvagge, che vengono qui per poter essere se stesse e a cui non importa che sia un giorno lavorativo. Perché la vita è una sola e si svolge di notte.

Sono le sei del mattino e la festa va ancora avanti. La ragazza con la schiena scoperta non ha più la collana di perle e ora è seduta in un angolo a interpretare Back to Black di Amy Winehouse, con una tromba malinconica. Philipp dorme su uno dei divani, tra due uomini a torso nudo. Il politico si prepara un altro cocktail e due drag queen giocano a scacchi con il trucco ancora intatto.

Io e John siamo seduti sulle poltrone in fondo alla stanza, davanti alle finestre che danno sul giardino, quello che dà sul bosco. Ho ballato così tanto da sudare tutto il gin che ho bevuto. Siamo stanchi, ma svegli. Sporchi e senza riguardi.

«Come stai?» John guarda il giardino, soddisfatto.

«Penso di aver capito il trucco.» Sto mangiando un piatto di spaghetti al pesto rosso che ho trovato in frigorifero. E una Coca-Cola in bottiglietta di vetro.

John sorseggia il whisky con la stessa dignità con cui si beve il primo bicchiere della serata.

«Non avrei mai detto che sapessi cantare.» E nemmeno che avessi il petto così villoso. Che meraviglia. «Né che padroneggiassi così bene l’italiano.»

«L’italiano è facile, se sai lo spagnolo…»

«Sai lo spagnolo? E me lo dici solo adesso?»

«Rita, per favore. Posso portare avanti una conversazione in esperanto, e ti sorprende che sappia lo spagnolo?»

«Sai l’esperanto?»

«So l’esperanto, ma non importa.»

Finisco la Coca-Cola a piccoli sorsi. Un sole tenue inizia a tingere di ocra le punte degli alberi e uno stormo di uccelli attraversa il cielo con determinazione, come se stessero arrivando in ritardo da qualche parte.

«Immagino di non doverti dire che tutto questo, questa notte, queste persone… non ha niente a che vedere con i soldi o con chi è la mia famiglia.»

«Immagino che non lo sapremo mai.»

«Speravo avessi notato che qui la gente si sente veramente libera.



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